martedì 30 aprile 2013

un cuore in inverno


 poi tu e ancora tu
dei nomi sei volto che si avvicina e  se mi passi accanto non sei tu 
sei tutto


in Gent



Ogni tanto chiudo gli occhi, e penso che vorrei chiederti un caffè come se non ci fosse stato un ieri o un l’altro ieri.Mi piace il tuo sorriso, che ne dici di andare al luna park?Voglio sentirmi dire che non ti piacciono le giostre, come se non lo sapessi.Voglio sapere che le grida, le corse disperate in macchina di notte, i piatti lanciati, i pugni sulle scapole non ci saranno mai.Voglio tornare ai caffè di pomeriggio.Ti piace Parigi? Berlino? Il caffè americano? Le torte salate? I documentari? Le foto in bianco e nero?Abbassa sta radio, per favore, fa caldo, è estate, ci sono i tatuaggi scoperti, non riesco a sentire il rumore che fa il sole quando ti scalda la pelle.

domenica 28 aprile 2013

words


Most of the things in this world isn’t true
in the very moment we say it.
Without a map and geography  what’s inside me is invisible. 














venerdì 26 aprile 2013

PUOI



Alzati, cazzo.
Raccogli i denti ed il sangue per terra, e buttali via.
Comprati del disinfettante.
Alzati, cazzo.
Cadi appesantito da tutte le cose che hai e che non vedi.
Come una vecchia signora settecentesca tutta agghindata, e col bustino e delle collane e troppo trucco e profumo. Troppo intenta a guardar indietro che a guardarsi allo specchio per notare l’ottima fattura di ciò che ha addosso.
Alzati, per favore.
Che io sto andando avanti veloce tentando di seminarti, ma se tu mi cadi dietro così rumorosamente è ovvio che io mi volti.
Cadi con un suono sordo, di faccia, senza dire nulla.
Ora siamo in quell’istante dove io ti fisso riverso sul pavimento, col sangue che piano piano si secca attorno alle narici e tu respiri profondamente. E io penso “Alzati, ti prego”.
Dimenticami, con tutto il male che può fare.
E non pensare non ne faccia a me.
Non ho colpe, e me lo ripeto ogni giorno.
Mi sei gravato addosso con tutto il dolore del mondo e non posso più.
Dimenticami, alzati, vattene.
Creati un’immagine di te che ti renda fiero.
Fatti una crisalide, escine uomo.
Diventa l’uomo che vorresti essere, non quello che vorresti compatire.
E guarda tutto quello che hai.
E soprattutto, ti prego, te lo dico mentre sei sdraiato per terra, tremando come una foglia, con tutto il fiato che ho il gola, ma sussurando:
Lasciami indietro.








COMA


Come dove quando come.
Quando è successo?
Cosa?
Tutto.
Che ci fosse un magma denso sotto i piedi, che devi far attenzione a non rompere.
Che ci fossero le sabbie mobili e se corri, ci rimani solo in mezzo.
Allora, ti tirano un bastone.
E se non te lo tirano, l’unico modo per liberarti e fare piccoli passi all’indietro, come se stessi facendo dei gradini, così da scalciare via la sabbia.
E ci mettiamo, un’infinità
di tempo.
Non ci sono preavvisi, prende alla gola.
Non ci sono regole e non ci sono mai state.
Non ti dirò che sbagli, perché io sbaglio per prima.
Spero solo che questa palude venga bonificata.

domenica 21 aprile 2013

letter to myself


E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada,
non nel mormorio che sgorga di notte
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il "tutto completo" delle sotterranee,
nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.
Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
nè ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci,
all'angolo della strada mi fermerò,
a quell'angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.


Sasha



Mare dentro, mare dentrosenza peso nel fondodove si avvera il sogno Due volontà fanno avere un desiderio nell'incontro il tuo sguardo, il mio sguardo come un' eco che ripete senza parole: più dentro, più dentro Fino al di là del tutto attraverso il sangue e il midollo Però sempre mi sveglioe sempre voglio esser morto per restare con la mia bocca sempre preso nella rete dei tuoi capelli.Sea inside,se ea inside no weight in the bottom where the dream comes true

INCANTO

INCANTO

2


ready or not




 Non c'è ritorno.
Però ci sono alcuni movimenti
che si assomigliano al ritorno
come il fulmine alla luce.
E' come se fossero
forme fisiche del ricordo,
un volto che torna a formarsi tra le mani,
un paesaggio sprofondato che si reinstalla nella retina,
cercare di misurare ancora la distanza che ci separa dalla terra,
tornare a verificare che gli uccelli continuano a vigilarci.
Non c'è ritorno.
Ciò nonostante,
tutto è una aspettativa all’incontrario
che cresce all'indietro.







lunedì 15 aprile 2013

Ora

Mi domando
perché
abbiamo dormito
insieme

quelle notti
e cosa abbiamo perduto


mercoledì 10 aprile 2013

laggiù



 So solo quello che mi basta a stento
Per non sprecare i battiti del cuore
Perchè saper, sappilo, è un tormento:
è sempre chi più sa che ha più dolore.

dicevi


che la vita non basta

ad Anita, ovunque tu sia.


Quando mi guardo alle spalle penso che il mondo è perverso e la vita non è uno scherzo.

La vita è breve, dura il tempo di un attimo.

Quanto più si vive, più grande è la sofferenza cui si va incontro. Non appena si comincia a prendere una direzione, a maturare, già arriva il momento di dire addio alla famiglia, agli amici.Penso che la vita è, in definitiva, un'esperienza che si vive contro il male, contrastando il male.Come si fa? Fissando una serie di principi.Nel mio caso, la battaglia per ciò che ho sempre ritenuto giusto: l'uguaglianza. Proprio perchè la sofferenza degli altri è anche la nostra e noi siamo parte del mondo. In tutti i casi, il risultato è sempre lo stesso: alla fine si sparisce. La vita è un soffio. Per questo bisogna imparare ad attraversarla in modo decente.