sabato 30 marzo 2013

Maga

Però com'eri bella alla finestra, con il grigio del cielo posato sulla guancia, il libro in mano, la bocca sempre un po ' avida, gli occhi indecisi. C ' era tanto tempo perduto in te, eri talmente il modello di ciò che avresti potuto essere sotto altre stelle, che prenderti fra le braccia e amarti diventava un compito fin troppo tenero, troppo prossimo all'opera di carità, e questo era l'inganno perché mi lasciavo trascinare dall'imbecille orgoglio dell'intellettuale che si crede attrezzato per capire ( piangendo un mar di calde lacrime? ma è semplicemente schifosa come espressione). Attrezzato per capire, fa venir voglia di ridere Maga. Senti, questo è soltanto per te, non andarlo a dire in giro. Maga, il modello vuoto, ero io, tu tremavi, pura e libera come una fiamma, come un fiume di mercurio, come il primo canto dell'uccello quando irrompe il giorno, ed è dolce dirtelo con le parole che ti affascinavano perché non credevi che esistessero fuori delle poesie, e che avessimo il diritto di usarle. Dove sei, dove andremo domani, due punti di un universo inspiegabile, vicino o lontano, due punti che creano una linea, due punti che si allontanano e si avvicinano arbitrariamente (per i grandi caratteri che avevano reso illustre il cognome dei Bueno de Guzmàn, ma quant'è pacchiano costui, Maga, come potevi andar oltre la pagina cinque...), ma non starò a spiegarti proprio adesso i cosiddetti movimenti browniani, naturalmente non voglio spiegarteli eppure noi due, Maga, componiamo una figura, tu un punto da qualche parte ed io, a una certa distanza, un altro, che si spostano, tu adesso in rue Huchette forse, io ora nella tua camera vuota mentre scopro questo romanzo, domani tu alla Gare de Lyon (se partirai per Lucca, amore) e io in rue du Chemin Vert, dove ho scoperto un vinello stupendo, e a poco a poco, Maga, comporremo una figura assurda, disegnando con i nostri movimenti una figura identica a quella che disegnano le mosche quando volano in una camera, da qui a là, un improvviso dietrofront, da là a qui, e questo è ciò che si chiama movimento browniano, capisci? un angolo retto, una linea ascendente, da qui a là, dal fondo in avanti, in su, in giù, spasmodicamente, frenando di colpo e ripartendo nello stesso attimo verso un altra direzione, e tutto ciò tesse un disegno, una figura, qualcosa d'inesistente come te e come me, come i due punti perdurti in Parigi che si muovono di qui in là, di là di qui, facendo il loro disegno, danzando per nessuno, neppure per loro stessi, una interminabile figura senza senso.

giovedì 28 marzo 2013

estate




Tornerà un altro invernoCadranno mille pètali di roseLa neve coprirà tutte le coseE forse un po' di pace tornerà





domenica 24 marzo 2013

hands


 volando sul tempo,
sul mare, sul fumo,
sulla primavera,
e quando tu hai posato
le tue mani sul mio petto,
ho riconosciuto quelle ali
di colomba dorata,
ho riconosciuto quella creta
e quel colore di grano.
Per tutti gli anni della mia vita
ho vagato cercandole.
Ho salito scale,
ho attraversato scogliere,
mi hanno trascinato via treni,
le acque mi hanno riportato,
e nella pelle dell'uva
mi è sembrato di toccarti.

per mano


per primi.
per la prima volta.
per un istante.
perché era bello.
per sempre.


bIt




 Crepita, la vita, brucia istanti feroci e negli occhi di chi passa anche solo a venti metri da lì non è che un'immagine come un'altra, senza suono e senza storia. 












il cielo sopra i capelli e la fortuna d’essere vento







 When the child was a child It walked with its arms swinging, wanted the brook to be a river, the river to be a torrent, and this puddle to be the sea.When the child was a child, it didn’t know that it was a child, everything was soulful, and all souls were one.When the child was a child, it had no opinion about anything, had no habits, it often sat cross-legged, took off running, had a cowlick in its hair, and made no faces when photographed.When the child was a child, It was the time for these questions: Why am I me, and why not you? Why am I here, and why not there? When did time begin, and where does space end? Is life under the sun not just a dream? Is what I see and hear and smell not just an illusion of a world before the world? Given the facts of evil and people. does evil really exist? How can it be that I, who I am, didn’t exist before I came to be, and that, someday, I, who I am, will no longer be who I am?
 


c'era una volta


e dico c'era perché ora non c'è più














overcome the oceans



Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi. E qualcuno un padre, un amore, qualcuno capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume immaginarlo, inventarlo e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio. Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita. E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare. Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente, umano. Basterebbe la fantasia di qualcuno un padre, un amore, qualcuno. Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra che non vuole parlare. Strada clemente, e bella. Una strada da qui al mare.

http://www.albazari.net/